giovedì 29 luglio 2010

domenica 25 luglio 2010

Scorie Nucleari - Soluzione svedese

Per chi si trastulla con i problemi invece di risolverli.

Dal programma Superquark sulle SCORIE NUCLEARI

Andate a 1h 39m dall’inizio.
Sarà probabile che dobbiate scaricare il programma on-line per la visione.

Renzo Riva



http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2010-07-22#day=2010-07-22&ch=1&v=24272&vd=2010-07-22&vc=1

Deposito di scorie nucleari in Svezia

La gara fra le due cittadine svedesi Oskarshamn e Östhammar è durata quasi sette anni. Una gara per aggiudicarsi un impianto, che almeno in Italia, ci guarderemmo bene dal definire desiderabile: il deposito definitivo delle scorie altamente radioattive dei 10 reattori nucleari svedesi. Naturalmente per noi, reduci dallo psicodramma del nucleare italiano, una competizione per avere nel proprio territorio il deposito definitivo è completamente incomprensibile. Superquark è andato a indagare.
Sia Oskarshamn, circa 350 chilometri a sud della capitale Stoccolma, sia Östhammar 150 chilometri a Nord, ospitano già 2 delle tre grandi centrali che producono quasi il 50 % dell’energia elettrica svedese. Sono centrali enormi, ognuna con diversi reattori da circa 1000 megawatt. Quindi gli abitanti delle due cittadine sanno benissimo cosa sia l’energia nucleare perché ci convivono da più di 30 anni.
Conoscono molto bene anche l’SKB, l’ente svedese che si occupa appunto di rifiuti radioattivi delle centrali, sia di quelli ad alta che a media e bassa attività. L’SKB è finanziato da una piccola imposta sul kwh (chilowattora) nucleare e gli azionisti sono le società private che gestiscono le centrali nucleari. Da oltre 30 anni l’SKB studia la migliore tecnologia per seppellire in modo sicuro i rifiuti radioattivi più pericolosi, quelli altamente radioattivi che come è noto costituiscono solo una piccola parte, circa il 5%, dei rifiuti di una centrale nucleare.
Vicino ad Oskarshamn, su un’isoletta nel mar Baltico sono condotti gli studi sul deposito definitivo. Si chiama Hard Rock Aspo Laboratory. Laboratorio del Granito di Aspo. In questo laboratorio a 400 metri di profondità possiamo farci un’idea di come apparirà il deposito definitivo per il quale hanno gareggiato le due cittadine. Lunghi tunnel e ampie cavità dove sono in corso gli esperimenti per vedere come i contenitori metallici dei rifiuti reagiscono alla pressione, alla corrosione e come eventuali perdite potrebbero diffondersi nella roccia. Uno studio in corso da 15 anni ed i cui risultati sono pubblici e consultabili da chiunque sul sito internet dell’SKB.

Nel settembre dello scorso anno l’SKB ha dichiarato il vincitore della singolare gara per aggiudicarsi il deposito definitivo. La scelta è caduta su Östhammar. Come ha detto il presidente dell’SKB nella conferenza stampa: “La roccia ha parlato”. Cioè le caratteristiche del granito del sito di Östhammar sono le migliori, perché ci sono meno infiltrazioni d’acqua.

Ma cosa ha spinto i sindaci di queste due cittadine a lanciarsi in questa singolare gara?

E qual è la soluzione svedese per conservare i pericolosi rifiuti radioattivi ad alta attività per periodi di tempo così lunghi da essere difficilmente immaginabili?

sabato 17 luglio 2010

sabato 10 luglio 2010




Riuscite a comprendere perché in Danimarca a fronte di un costo industriale minimo ci sono accise a dismisura?
Se non arrivate a comprenderlo da soli telefonatemi o inviatemi una mail che ve lo spiego.

Distinti saluti

Renzo Riva
Via Avilla, 12/2
33030 Buja - UD

+39.349.3464656


Fotovoltaico
e altro


Resoconto della serata del 8 Luglio 2010 sulla riunione svoltasi nella sala del consiglio comunale di Reana del Rojale dedicata al fotovoltaico con la massiccia presenza di operatori bancari del CrediFriuli.
L'assemblea contava circa 100 partecipanti e fu aperta dal sindaco Collaoni.
Il mio intervento alla fine ha gelato tutti, chi per un verso chi per l'altro.
Ho semplicemente ricordato come criminale la spesa di 20 miliardi di Euri del conto energia dal 2008 al 2027 grazie ai proventi della tariffa A3 delle rinnovabili e assimilate.

Dati dell'AEEG (autorità energia elettrica e del gas): dal 2008 al 2027 le tariffe A3 origineranno una cassa di 100 miliardi di Euri così suddivisi:

€ 20 MLD al parco fotovoltaico di 1'200 MW;
€ 70 MLD alle assimilite dei petrolieri per bruciare/termovalirizzare i rifiuti petroliferi;
€ 10 MLD alla centrale termodinamica di Priolo (progetto Rubbia).

Ricordo che 1'200 MWp del fotovoltaico corrispondono ad una centrale tradizionale di 200 MW di potenza che lavora 8760 ore all'anno.
Una centrale a carbone di 1'100 MW costa € 1 MLD, una CGCC (gas a ciclo combinato) costa € 2 MLD, una centrale con reattore elettronucleare AP 1000 costa € 3,5 MLD.
Il lettore faccia i suoi conti poi capirà perché abbiamo le bollette più care d'Europa e siamo dipendenti dal nucleare importato per il 13% dei nostri consumi e per 85% dagli idrocarburi esteri.
Dico che tutte le amministrazioni comunali che hanno promosso tali "incontri" ed in particolare quelle del PdL sono di una meschinità inaudita.
Studi condotti in diversi Paesi convergono sul fatto che le rinnovabili sono un cancro economico che distrugge più posti di lavoro di quelli che creano ed esistono solo grazie alle generose regalie loro profuse. Si tratta di "posti di lavoro" parassiti, come i famosi lavoratori forestali di una certa Regione. Il Protocollo di Kyoto è stato stilato su un colossale abbaglio pseudoscientifico che assume come verità di fede una teoria del 1824.
Se non vogliamo distruggere l'economia mondiale, esso va cancellato al più presto.
Noi del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare siamo impegnati in una campagna di corretta informazione al riguardo, veniamo invitati al dibattito dalla parte avversa, ma la stampa nella sua generalità ci ignora (solo le lettere ci sono permesse), non comprendiamo bene se per talebane posizioni preconcette, per incapacità culturale della maggioranza dei giornalisti a trattare il problema o per reconditi condizionamenti o interessi.
Ultima considerazione che può essere una massima, tratta dalla lettura dei libri del prof. Franco Battaglia: Non è la produzione d'energia che crea lavoro bensì il suo consumo.

Renzo Riva
C.I.R.N. F-VG
e
P.L.I. F-VG
Energia e Ambiente