martedì 10 luglio 2012

VideoRegione

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Rischio industriale correlato
in caso di eventi tellurici
per gli impianti soggetti
alla normativa "Seveso"





http://www.alessandriaoggi.it/component/content/article/155-notizie-dal-cirn/3590-aquila-e-emilia-due-terremoti-due-pesi-e-due-misure.html

AQUILA E EMILIA:

DUE TERREMOTI,
DUE PESI E DUE MISURE


Lunedì 09 Luglio 2012 07:01
di Renzo Riva – CIRN Friuli V.G.

Che dire dei fatti accaduti con il terremoto dell’Emilia?
Non tanto di quei 7 morti dovuti alla prima scossa delle ore 4 del mattino, quanto per gli altri 16 operai morti alle ore 9 del 29 maggio 2012.
Quale scellerata decisione degli imprenditori e conseguentemente degli operai che hanno accettato di lavorare in strutture gravemente lesionate e che poi non potevano reggere nemmeno una magnitudo inferiore alla prima scossa?
A differenza del terremoto de L’Aquila adesso assistiamo alla messa in sordina di tutte le notizie e ci chiediamo perché, in questo Paese di “marciatori per tutto”, non organizzare una marcia contro un'imprenditoria che, per risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro nelle strutture dei capannoni, ha messo a repentaglio e perso vite umane, milioni in macchinari e merci e, soprattutto, quella sedicente superiorità amministrativa che oggi mostra la corda con gli scandali economici a livello comunale e regionale.
Voglio dare uno spunto che ho recentemente portato come intervento ad un convegno sui rischi industriali.
Legge Seveso e le oltre 1.300 aziende che operano con sostanze altamente tossiche e pericolose nei cicli di lavorazione di categoria A e B.
Si pensi solo al monovinilcloruro MVC di Porto Marghera ed a quali disastri sarebbero esposte le popolazioni nel caso un terremoto mettesse alle corde i sistemi di sicurezza ed a repentaglio il territorio circostante.
Si deve attendere un'altra Val di Stava con i suoi 268 morti e le ingenti distruzioni?
Dopo però vennero monitorate tutte le dighe esistenti sul territorio italiano.
Possono le autorità preposte ordinare un monitoraggio per escludere o per ordinare interventi indispensabili per la sopravvenuta pericolosità dei siti a suo tempo non ricadenti in zone che oggi sono state ridefinite sismicamente sensibili dalle nuove zonature della carta sismica dell'anno 2008, passate a indici di pericolosità superiori?
Oppure dobbiamo ancora una volta attendere l'equivalente della Val di Stava in questo settore industriale soggetto alla cosiddetta normativa Seveso?
Ci si può ancora trastullare nell’esercizio mediatico del piangere il morto per imbrogliare il vivo?
Che dire poi del presidente della regione Errani che cerca capri espiatori nelle prospezioni geologiche di perforazioni di un sondaggio per un deposito di gas naturale? Per di più con incarichi onerosi a chi dovrà dare dei responsi che in partenza dovranno essere semplicemente sibillini.
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